L’area marina transfrontaliera situata tra Menton, Roquebrune-Cap-Martin e Ventimiglia è uno spazio ricco di biodiversità e molto frequentato da una grande varietà di usi umani. Questa coesistenza genera importanti benefici socio-economici, ma anche crescenti pressioni sugli ecosistemi marini.
Usi multipli e talvolta concorrenti
- La pesca
La pesca artigianale tradizionale sopravvive a Menton e a Ventimiglia, ma soffre di un forte calo di redditività, della mancanza di ricambio generazionale e della diminuzione delle risorse ittiche. La pesca ricreativa e la pesca subacquea, più diffuse, sono ancora poco conosciute in termini di intensità e pongono sfide di regolamentazione. - La nautica da diporto e la navigazione
La costa attira numerose imbarcazioni, dalla piccola nautica ai grandi yacht, con un picco di affluenza durante il Gran Premio di Monaco (fine maggio) e il Monaco Yacht Show (fine settembre). Sebbene la normativa abbia permesso di ridurre gli ancoraggi sui praterie di Posidonia, la pressione si sposta su altri habitat sensibili come il coralligeno. I nuovi dati AIS ad alta frequenza raccolti nell’ambito del progetto CAP’M offrono un monitoraggio senza precedenti di queste pratiche. - Le immersioni subacquee
Praticate tutto l’anno, sono particolarmente concentrate sui siti emblematici dei Capi Martin e Mortola. Sebbene i subacquei locali percepiscano i fondali come ricchi e in buone condizioni, l’aumento della frequentazione richiede una vigilanza maggiore. - Le attività nautiche e portuali
Oltre alle basi nautiche, ai club subacquei e alle associazioni sportive, la zona conta diversi porti di rilievo, tra cui Cala del Forte a Ventimiglia e i porti di Mentone. Il trasporto passeggeri resta limitato, ma l’accoglienza di grandi unità e l’aumento del turismo balneare accentuano la pressione sugli ambienti marini.
Una costa sotto forte pressione
L’urbanizzazione intensa, concentrata su una stretta fascia costiera, ha profondamente trasformato la costa fin dal XIX secolo. Tra terreni reclamati, porti, dighe e infrastrutture turistiche, sul lato francese oltre 44 ettari sono stati guadagnati sul mare. La densità umana è tra le più alte del Mediterraneo, con circa 125.000 abitanti in soli 20 km di costa.

Pressioni cumulative sugli ecosistemi
Gli habitat marini emblematici (praterie di Posidonia, coralligeno, fondali mobili, foreste di alghe) subiscono pressioni multiple :
- strappi legati all’ancoraggio,
- torbidità e sedimentazione dovute alla navigazione e ai lavori costieri,
- calpestio e inquinamento di origine turistica,
- impatti delle specie esotiche invasive e dei cambiamenti climatici.
Questi impatti cumulativi indeboliscono la resilienza degli ecosistemi e aumentano i rischi di perdita di biodiversità.
Verso una migliore conoscenza e una maggiore sensibilizzazione
Se alcuni usi (diporto, immersioni) sono ormai meglio documentati, altri (pesca ricreativa, pesca subacquea, attività nautiche) rimangono ancora poco quantificati. Il progetto CAP’M prevede di rafforzare i monitoraggi (AIS, telecamere, registri delle autorizzazioni) e di sviluppare la concertazione con gli utenti.
Parallelamente, esistono già azioni di sensibilizzazione: percorsi subacquei, aree marine educative, attività scolastiche e per il grande pubblico. Esse costituiscono un leva essenziale per favorire l’appropriazione delle problematiche ambientali e promuovere pratiche rispettose.
